ANTIGONE

Si crede che Antigone sia stata scritta nel 441 a.C. dal famoso autore di tragedie, Sofocle che visse nella città-stato di Atene. Durante il V secolo, l’antica Grecia stava attraversando l’Età dell’Oro conosciuta anche come il Periodo Classico e durante questo periodo ci fu lo sviluppo dell’arte, della filosofia, dell’architettura e del teatro. Molti individui iniziarono a scrivere tragedie greche e molti di questi autori furono influenzati a scrivere queste opere sulla base di ciò che stava accadendo ad Atene. Nel V secolo il re di Atene era Pericle, che era un influente statista greco, oratore e generale di Atene. Atene sviluppò la prima democrazia del mondo e la forma di governo che fu creata dagli ateniesi fu chiamata democrazia diretta. Una democrazia diretta significava che i cittadini erano in grado di votare su regole e leggi. Le donne erano legalmente considerate minori e quindi erano escluse dalla partecipazione alla democrazia diretta di Atene. Pericle è noto per aver contribuito a migliorare la democrazia di Atene. Anche se molti non erano d’accordo con i suoi punti di vista politici.

Antigone è la continuazione della storia di Edipo, che fu scritta dopo Antigone. L’opera Antigone inizia con una guerra a Tebe che si conclude dopo che entrambi i fratelli di Antigone, Eteocle e Polinice, si sono uccisi a vicenda. Entrambi i fratelli stavano combattendo per il trono di Tebe e la loro morte ha reso il loro zio re il nuovo re. Creonte, riconosce Eteocle come un soldato leale che ha combattuto fino alla morte per la sua città, quindi, gli viene data una degna sepoltura con gli onori. Nel frattempo, Polinice è stato considerato un traditore e sarà punito anche nella morte. Creonte aveva ordinato che il suo cadavere rimanesse fuori e gli era stato proibito di essere sepolto o pianto da chiunque. Creonte aveva fatto una legge che chiunque gli avesse disobbedito e avesse osato dare a Polinice una degna sepoltura avrebbe pagato con la propria vita.
Quando Antigone lo viene a sapere va da sua sorella Ismene e le chiede aiuto. Antigone racconta a Ismene cosa ha intenzione di fare e vuole che Ismene la aiuti a dare al fratello la sepoltura che merita. Ismene però dice costantemente a sua sorella che non disobbedirà alla legge e non disonorerà il re. Nell’opera, attraverso l’interazione nell’opera, Ismene cerca di convincere Antigone a smettere di continuare con i suoi piani. Antigone però non si cura di ciò che Ismene ha da dire e le dice che preferisce obbedire alla legge degli dei piuttosto che alla legge che gli uomini hanno stabilito.

Quando Creonte scopre che qualcuno ha cercato di seppellire Polinice è furioso ed esige che trovino chi ha cercato di farlo in modo che possano pagare con la loro vita per avergli disobbedito. Antigone viene catturata e tenuta prigioniera. Per tutta l’opera assistiamo a continui scontri tra Antigone e Creonte.

Sofocle credeva nella democrazia e pensava che una sola persona con troppo potere fosse un male per i cittadini. Sofocle era d’accordo con la democrazia diretta nata nel V secolo, non si opponeva ad essa. In Antigone, vediamo che Creonte ha troppo potere ed è simile a una dittatura. In Antigone, se a un cadavere non viene data la giusta sepoltura, gli dei lo puniranno. Creonte lo sapeva, ma nonostante ciò ha deciso di non far seppellire Polinice.