‘Aprile è il mese più crudele’

“Aprile è il mese più crudele” nel poema di T.S. Eliot del 1921 The Waste Land perché, mentre la primavera portava segni di nuova vita e di rinnovamento, l’Europa era in un caos fatiscente e morente sulla scia della prima guerra mondiale. Eliot scrisse la sua opera più famosa mentre si stava riprendendo da un esaurimento nervoso, all’apice dell’angoscia coniugale e sei anni prima della sua conversione all’anglicanesimo.

Eliot disse che la sua intenzione era di esprimere in The Waste Land lo stesso tipo di sofferenza che Beethoven aveva nei suoi ultimi quartetti d’archi. “Vi mostrerò la paura in una manciata di polvere”, scrive Eliot nella sua prima sezione, “La sepoltura dei morti”, riferendosi alla generazione del dopoguerra che fa i conti con la morte e l’irrilevanza spirituale, un tema poi esplorato nel primo romanzo seriamente cattolico di Evelyn Waugh, Una manciata di polvere (1934).

The Waste Land, in cinque parti, è stato notevolmente ridotto con l’aiuto di Ezra Pound ma è ancora una lettura notoriamente difficile. Il modo migliore per comprendere le infinite allusioni del poema – oscure in alcuni punti, impenetrabili in altri – è avere a portata di mano sia il testo che un glossario. Tuttavia, è anche possibile apprezzare il poema ad un livello più elementare: il suo flusso lirico, gli accostamenti stridenti e le immagini sorprendenti. Se siete interessati a farlo, vi consiglio di ascoltare questa lettura di Alec Guinness.