Atti di navigazione
Atti di navigazione, nella storia inglese, una serie di leggi progettate per limitare il commercio di trasporto dell’Inghilterra alle navi inglesi, efficaci principalmente nei secoli 17° e 18°. Le misure, originariamente concepite per incoraggiare lo sviluppo della navigazione inglese in modo che fossero disponibili adeguate navi ausiliarie in tempo di guerra, divennero una forma di protezionismo commerciale durante un’epoca di mercantilismo.
Il primo atto di navigazione, approvato nel 1381, rimase praticamente lettera morta a causa della carenza di navi. Nel XVI secolo varie misure dei Tudor dovettero essere abrogate perché provocavano ritorsioni da parte di altri paesi. Il sistema entrò in vigore all’inizio dell’era coloniale, nel XVII secolo. Il grande Navigation Act approvato dal governo del Commonwealth nel 1651 era rivolto agli olandesi, allora i più grandi rivali commerciali dell’Inghilterra. Esso distingueva tra le merci importate dai paesi europei, che potevano essere portate sia con navi inglesi che con navi del paese d’origine, e le merci portate dall’Asia, dall’Africa o dall’America, che potevano viaggiare verso l’Inghilterra, l’Irlanda o qualsiasi colonia inglese solo con navi provenienti dall’Inghilterra o da quella particolare colonia. Varie importazioni ed esportazioni di pesce erano interamente riservate alla navigazione inglese, così come il commercio costiero inglese. La legge fu reintrodotta nel 1660, e fu introdotta la pratica di “enumerare” alcuni prodotti coloniali, che potevano essere spediti direttamente solo in Inghilterra, Irlanda, o in un’altra colonia inglese. Questi includevano lo zucchero (fino al 1739), l’indaco e il tabacco; il riso e la melassa furono aggiunti durante il 18° secolo. Le merci non enumerate potevano andare in navi inglesi dalle colonie inglesi direttamente ai porti stranieri. Dal 1664 le colonie inglesi potevano ricevere merci europee solo attraverso l’Inghilterra. La Scozia fu trattata come un paese straniero fino a quando l’Atto di Unione (1707) le diede uguali privilegi con l’Inghilterra; l’Irlanda fu esclusa dai benefici delle leggi tra il 1670 e il 1779.
Anche se il tonnellaggio e il commercio inglese aumentarono costantemente dalla fine del 17° secolo, i critici del sistema di navigazione sostengono che questo sarebbe avvenuto in ogni caso e che la politica forzò i prezzi dei noli, rendendo così i prodotti inglesi meno competitivi. In effetti, dagli anni 1720 agli anni 1760, sotto la guida di Robert Walpole e poi di Thomas Pelham-Holles, primo duca di Newcastle, il Parlamento praticò una politica non scritta di “negligenza salutare”, in base alla quale i regolamenti commerciali per le colonie venivano applicati con lassismo finché le colonie rimanevano fedeli alla Gran Bretagna e contribuivano alla redditività dell’economia britannica. L’inasprimento delle leggi nel 1764 contribuì ai disordini che portarono alla ribellione delle colonie americane dell’Inghilterra; il loro raggiungimento dell’indipendenza fece la prima seria breccia nel sistema di navigazione, e da allora in poi furono fatte sempre più eccezioni. L’enumerazione fu abbandonata nel 1822, e le leggi di navigazione furono infine abrogate nel 1849 e nel 1854.