Aztechi

Aztechi, nome proprio Culhua-Mexica, popolo di lingua nahuatl che nel XV e all’inizio del XVI secolo governò un grande impero in quello che oggi è il Messico centrale e meridionale. Gli Aztechi sono così chiamati da Aztlán (“Terra Bianca”), un’allusione alle loro origini, probabilmente nel Messico settentrionale. Erano anche chiamati Tenochca, da un antenato eponimo, Tenoch, e Mexica, probabilmente da Metzliapán (“Lago della Luna”), il nome mistico del lago Texcoco. Da Tenochca derivò il nome della loro grande città, Tenochtitlán, e da Mexica venne il nome della città che sostituì la capitale azteca e della valle circostante, che fu applicato più tardi a tutta la nazione messicana. Gli Aztechi si riferivano a se stessi come Culhua-Mexica, per collegarsi a Colhuacán, il centro del popolo più civilizzato della Valle del Messico: La cultura azteca al tempo della conquista spagnola.

Aztec round dance
Aztec round dance

Aztec round dance for Quetzalcóatl and Xolotl (a dog-headed god who is Quetzalcóatl’s companion), detail from a facsimile Codex Borbonicus (folio 26), c. 1520; original in the Chamber of Deputies, Paris, France.

Courtesy of the Newberry Library, Chicago

Chichen Itza. Chichen Itza and the Wall of Skulls (Tzompantli). Ruined ancient Mayan city of Chichen Itza located in southeastern Mexico. UNESCO World Heritage site.
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L’origine del popolo azteco è incerta, ma elementi della loro stessa tradizione suggeriscono che fossero una tribù di cacciatori e raccoglitori sull’altopiano messicano settentrionale prima della loro comparsa in Mesoamerica forse nel XII secolo ce; Aztlán, tuttavia, potrebbe essere leggendaria. È possibile che la loro migrazione verso sud facesse parte di un movimento generale di popoli che seguì, o forse contribuì ad innescare, il crollo della civiltà tolteca. Si stabilirono sulle isole del lago Texcoco e nel 1325 fondarono Tenochtitlán, che rimase il loro centro principale. La base del successo azteco nella creazione di un grande stato e infine di un impero fu il loro notevole sistema di agricoltura, che prevedeva la coltivazione intensiva di tutta la terra disponibile, così come elaborati sistemi di irrigazione e bonifica delle terre paludose. L’alta produttività ottenuta con questi metodi rese lo stato ricco e popoloso.

Studiare la storia di Città del Messico dalle città azteche-Tenochtitlán e Tlatelolco ai conquistadores's history from the Aztec-Mexica cities Tenochtitlán and Tlatelolco to the conquistadores

Studia la storia di Città del Messico dalle città azteco-messicane Tenochtitlán e Tlatelolco ai conquistadores

Visualizzazione della storia di Tenochtitlán, antesignana di Città del Messico, Messico.

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Sotto il sovrano Itzcóatl (1428-40), Tenochtitlán strinse alleanze con i vicini stati di Texcoco e Tlacopan e divenne il potere dominante nel Messico centrale. Più tardi, attraverso il commercio e la conquista, Tenochtitlán arrivò a governare un impero di 400-500 piccoli stati, che nel 1519 comprendeva tra i 5.000.000 e i 6.000.000 di persone distribuite su una superficie di 80.000 miglia quadrate (207.200 km quadrati). Al suo apice, Tenochtitlán stessa copriva più di 5 miglia quadrate (13 km quadrati) e aveva più di 140.000 abitanti, il che lo rendeva l’insediamento più densamente popolato mai raggiunto da una civiltà mesoamericana. Lo stato azteco era un dispotismo in cui il braccio militare aveva un ruolo dominante. Il valore in guerra era infatti la via più sicura per l’avanzamento nella società azteca, che era divisa in caste e classi ma comunque verticalmente fluida. Le classi sacerdotali e burocratiche erano coinvolte nell’amministrazione dell’impero, mentre alla base della società c’erano classi di servi della gleba, servi a contratto e veri e propri schiavi.

Tlatelolco
Tlatelolco

Rovini aztechi dell’antica città-stato di Tlatelolco (primo piano) e la Chiesa di Santiago de Tlatelolco (sfondo), Città del Messico.

© ALCE/Fotolia

La religione azteca era sincretistica, assorbendo elementi da molte altre culture mesoamericane. Alla base, condivideva molte delle credenze cosmologiche dei popoli precedenti, in particolare dei Maya, come il fatto che la terra attuale fosse l’ultima di una serie di creazioni e che occupasse una posizione tra sistemi di 13 cieli e 9 inferi. Nel pantheon azteco spiccavano Huitzilopochtli, dio della guerra; Tonatiuh, dio del sole; Tlaloc, dio della pioggia; e Quetzalcóatl, il Serpente Piumato, che era in parte divinità e in parte eroe culturale. Il sacrificio umano, in particolare offrendo il cuore della vittima a Tonatiuh, era comunemente praticato, così come il salasso. Strettamente intrecciato con la religione azteca era il calendario, su cui si basava l’elaborato giro di rituali e cerimonie che occupava i sacerdoti. Il calendario azteco era quello comune a gran parte del Mesoamerica, e comprendeva un anno solare di 365 giorni e un anno sacro di 260 giorni; i due cicli annuali che correvano in parallelo producevano un ciclo più ampio di 52 anni.

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L’impero azteco era ancora in espansione e la sua società ancora in evoluzione, quando il suo progresso fu fermato nel 1519 dalla comparsa degli esploratori spagnoli. Il nono imperatore, Montezuma II (regnato 1502-20), fu fatto prigioniero da Hernán Cortés e morì sotto custodia. I suoi successori, Cuitláhuac e Cuauhtémoc, non riuscirono a respingere Cortés e le sue forze e, con la cattura spagnola di Tenochtitlán nel 1521, l’impero azteco ebbe fine.

“Siguense veynte y seis addiciones desta postilla”

“Siguense veynte y seis addiciones desta postilla” (1560-79; “Una sequenza di ventisei aggiunte alle ammonizioni”) del francescano Bernardino de Sahagún. Le 26 ammonizioni aggiuntive all’appendice degli scritti dottrinali di Sahagún esortano gli Aztechi a perseguire le virtù cristiane. Gli scritti conservano una testimonianza della cultura azteca e della lingua nahuatl.

The Newberry Library, Gift of Edward E. Ayer, 1911 (A Britannica Publishing Partner)