Combattere le parole

La questione della lingua era un problema per Yeats. Come molti dei suoi connazionali, a volte era attratto dall’immagine dell’Irlanda come una nazione che parlava la propria lingua. Promosse attivamente spettacoli drammatici in irlandese.

Ma sapeva che gran parte della vita letteraria dell’Irlanda, e ancora di più dei suoi affari pratici, era stata portata avanti in inglese per oltre un secolo. Quando Yeats era in servizio al Senato del nuovo Stato libero irlandese indipendente nel 1923, parlò contro una proposta che la preghiera all’inizio di ogni sessione fosse pronunciata sia in irlandese che in inglese. Protestò perché la preghiera in irlandese era “un’esibizione infantile”, dato che, come lui, la maggior parte dei senatori non conosceva la lingua ed era improbabile che la imparasse.

In seguito, quando il Senato stava considerando una proposta per aggiungere l’irlandese ai segnali stradali e agli avvisi ferroviari del paese, si oppose per motivi simili, temendo che forzare la lingua alla gente in un momento in cui voleva solo informazioni avrebbe danneggiato gli sforzi di gruppi come la Lega Gaelica per preservare l’irlandese e diffonderne l’uso. Nella stessa sessione, però, chiese al governo di sostenere le borse di studio sulla lingua e la letteratura irlandese.

Per quanto strana gli sarebbe sembrata l’idea, Yeats avrebbe quasi certamente sostenuto la traduzione delle sue stesse poesie in irlandese. Queste traduzioni esistono oggi, quindi non è impossibile immaginare il personaggio di Eastwood che lotta per riportare una traduzione irlandese nell’originale inglese.

Ma tutto questo è in definitiva meno importante per il film dell’effetto che “Million Dollar Baby” ottiene con il suo uso dell’irlandese. Da un punto di vista cinematografico, il signor Eastwood non avrebbe potuto fare di meglio che adottare la lingua in pericolo di una cultura la cui storia è stata drammatica come quella dei suoi personaggi. E il meraviglioso colpo di scena della pretesa del film di tradurre “The Lake Isle of Innisfree” dall’irlandese è che sembra aver fatto proprio quello che la Lega gaelica e tutte quelle proposte del Senato, e anche il contrario Yeats, alla fine volevano. Ha risvegliato l’interesse per la lingua stessa.

Il collaboratore dell’Op-Ed Wes Davis, assistente professore di inglese a Yale, sta curando “The Yale Anthology of Contemporary Irish Poetry.”