Esacerbazioni acute dell’asma nell’infanzia

Abstract e Introduzione

Abstract

L’asma è una malattia eterogenea vista più propriamente come una sindrome piuttosto che una singola entità patologica. Anche se può rimanere quiescente per lunghi periodi di tempo, i processi infiammatori e di rimodellamento influenzano il milieu bronchiale e predispongono a manifestazioni cliniche acute e occasionalmente gravi. La complessità alla base di questi episodi è aumentata durante l’infanzia, un’epoca di continue alterazioni e maturazione dei sistemi biologici chiave. In questa revisione, gli autori si concentrano su tali eventi ad insorgenza improvvisa, sottolineando la loro diversità sulla base dei numerosi fenotipi di asma.

Introduzione

L’asma è la più comune malattia respiratoria cronica dell’infanzia: la sua prevalenza è andata aumentando nel mondo occidentale negli ultimi tre decenni, fino a colpire attualmente una percentuale di bambini che raggiunge il 10% negli USA. Si tratta di una condizione eterogenea che si esprime attraverso una pletora di fenotipi che rispecchiano meccanismi sottostanti diversi e non completamente caratterizzati. Da questa prospettiva, la definizione dell’asma come una sindrome piuttosto che una singola entità renderebbe giustizia alla moltitudine di fattori immunologici, meccanici e strutturali che orchestrano la sua patogenesi. Queste molteplici sfaccettature dell’asma lasciano perplessi sia la caratterizzazione della malattia che la razionalizzazione delle misure di trattamento efficienti. Inoltre, la difficoltà intrinseca nell’illustrare la meccanica dell’asma pediatrica (a causa dei processi di maturazione continuamente in corso e della notevole sovrapposizione tra diversi fenotipi), ostacola ulteriormente la nostra comprensione della malattia in questo gruppo di età. Le esacerbazioni dell’asma, per esempio, sono deterioramenti episodici e improvvisi della malattia preesistente, e sono una causa chiave dell’ansia e del peggioramento della qualità della vita in questo gruppo di età particolarmente suscettibile. Anche se le manifestazioni cliniche di una grave esacerbazione dell’asma sono abbastanza ovvie, non sono specifiche; inoltre, i pazienti pediatrici che dimostrano sintomi più sottili potrebbero rappresentare una sfida diagnostica. Infatti, essi si presentano comunemente con vari disturbi non patognomonici, tra cui affanno, tosse e difficoltà respiratorie. Un tale quadro clinico potrebbe benissimo adattarsi ad altre entità patologiche che non giustificano un trattamento d’emergenza, tra cui infezioni delle vie respiratorie, laringomalacia/tracheomalacia, diskenisia ciliare primaria, disfunzione delle corde vocali, anomalie strutturali delle vie aeree superiori e inferiori, ostruzione meccanica, fibrosi cistica, bronchiolite, wheeze acuto e wheeze post-bronchiolite. Tuttavia, a differenza di molte di queste condizioni, una grave esacerbazione dell’asma ha il potenziale di culminare rapidamente in una compromissione respiratoria pericolosa per la vita. Infatti, nonostante i progressi dell’ultimo decennio nella nostra conoscenza della fisiopatologia dell’asma, le esacerbazioni acute rimangono una fonte di notevole morbilità per i pazienti e di oneri finanziari per i sistemi sanitari. Una prevenzione efficace degli attacchi acuti d’asma dipende da fattori come la gravità, il controllo della malattia sottostante e la definizione utilizzata per le esacerbazioni. In effetti, la mancanza di criteri oggettivi e di una definizione uniformemente accettata di esacerbazione dell’asma impedisce i nostri sforzi per prevenire tali eventi. Pertanto, è importante una caratterizzazione concisa di ciò che è essenzialmente un brusco e grave peggioramento dei sintomi dell’asma. Di conseguenza, le esacerbazioni acute dell’asma sono state definite come “episodi di progressiva mancanza di respiro, tosse, respiro sibilante e oppressione toracica presentati individualmente o in combinazione”. Tuttavia, questa definizione non può discriminare chiaramente le esacerbazioni dagli episodi transitori di controllo inadeguato dell’asma. Pertanto, si è cercato di definire le esacerbazioni dell’asma sulla base della loro gravità. In questo contesto, gli episodi gravi sono stati caratterizzati in una dichiarazione di consenso congiunta della American Thoracic Society e della European Respiratory Society come eventi che richiedono un’azione immediata da parte del paziente e del medico per prevenire un esito grave, come l’ospedalizzazione o la morte. Essi dovrebbero anche richiedere la somministrazione di corticosteroidi sistemici per almeno 3 giorni. La dichiarazione di consenso dell’American Thoracic Society/European Respiratory Society ha anche definito le esacerbazioni moderate dell’asma come “eventi che richiedono un cambiamento temporaneo del trattamento e che comportano almeno uno dei seguenti per un minimo di 2 giorni: aumento dell’uso di broncodilatatori di soccorso e deterioramento della funzione polmonare che non richiede la somministrazione sistematica di corticosteroidi, o una visita al pronto soccorso”. D’altra parte, le esacerbazioni lievi sono essenzialmente indistinguibili da singoli episodi di perdita transitoria di controllo, essendo vicine al normale range di variazione dei sintomi del paziente.

Quindi, una definizione adeguata, a lungo ricercata, di “attacchi d’asma” improvvisi, una categorizzazione concisa della malattia clinicamente rilevante e la razionalizzazione delle misure di trattamento appropriate sono rese importanti. Tuttavia, questo può essere impegnativo, tenendo conto della diversità della malattia. Un recente Consenso internazionale sull’asma pediatrica (ICON) ha cercato di stabilire una base per la valutazione clinica, definendo le esacerbazioni come “episodi acuti o subacuti di aumento progressivo dei sintomi dell’asma, associati all’ostruzione del flusso aereo”.