Il periodo inglese
Il tardo periodo Esterházy e viennese
Quando era a Londra nel 1791, Haydn era stato profondamente commosso dalla rappresentazione dei magistrali oratori di George Frideric Handel. Decidendo di comporre altre opere in questo genere, ottenne un libretto adatto e, dopo essersi stabilito a Vienna e aver ripreso le sue mansioni per il principe Esterházy, iniziò a lavorare all’oratorio La Creazione, il cui testo era stato tradotto in tedesco dal barone Gottfried van Swieten. L’opera fu progettata ed eseguita per permettere esecuzioni sia in tedesco che in inglese; si crede che sia la prima opera musicale pubblicata con il testo in due lingue. Il libretto era basato sul poema epico Paradise Lost di John Milton e sul libro della Genesi della Bibbia. Comporre l’oratorio si dimostrò un compito veramente congeniale, e gli anni dedicati ad esso furono tra i più felici della vita di Haydn. La Creazione fu eseguita per la prima volta in pubblico nel 1798 e guadagnò in seguito un’enorme popolarità. Haydn fu così incoraggiato a produrre un altro oratorio, che lo assorbì fino al 1801. Un poema esteso, The Seasons, di James Thomson, fu scelto come base per il libretto (molto più breve), di nuovo adattato e tradotto – anche se un po’ goffamente – da van Swieten in modo da permettere l’esecuzione sia in tedesco che in inglese. Il libretto permise ad Haydn di comporre deliziose analogie musicali degli eventi della natura, e come risultato l’oratorio ottenne molto successo, sia alla corte austriaca che nelle rappresentazioni pubbliche (sebbene non a Londra). Tuttavia il suo immaginario musicale era già allora visto come antiquato – una circostanza riconosciuta con rammarico da Haydn, che incolpava gli scarsi consigli di van Swieten riguardo all’impostazione del testo.
La tarda produzione creativa di Haydn incluse sei messe scritte per il suo mecenate Miklós II. Queste sono tra le messe più significative del XVIII secolo. Continuò anche a comporre magnifici quartetti d’archi, in particolare i sei quartetti Erdödy conosciuti come Opus 76. Nel 1797 Haydn regalò alla nazione austriaca l’emozionante canzone “Gott erhalte Franz den Kaiser” (“Dio salvi l’imperatore Francesco”). Fu usato per più di un secolo come inno nazionale della monarchia austriaca e come canzone patriottica “Deutschland, Deutschland über alles” (“Germania, Germania sopra ogni cosa”) in Germania, dove rimane l’inno nazionale come “Deutschlandlied”. La canzone era così amata che Haydn decise di usarla come tema per le variazioni in uno dei suoi migliori quartetti d’archi, il Quartetto Imperatore (Opus 76, No. 3).
“Le Stagioni mi hanno spezzato la schiena”, si dice che Haydn abbia detto; e infatti, a parte le ultime due messe del 1801 e 1802, non intraprese più opere su larga scala. Durante gli ultimi anni della sua vita, era apparentemente incapace di lavorare ancora. Nel 1809 le forze di Napoleone assediarono Vienna e in maggio entrarono in città. Haydn si rifiutò di lasciare la sua casa e di rifugiarsi nel centro della città. Napoleone mise una guardia d’onore fuori dalla casa di Haydn, e l’indebolito compositore fu molto toccato dalla visita di un ufficiale degli ussari francesi che cantò un’aria da La Creazione. Il 31 maggio Haydn morì serenamente, e fu sepolto due giorni dopo.