Filariosi
Filariosi, un gruppo di disturbi infettivi causati da nematodi filiformi della superfamiglia Filarioidea, che invadono i tessuti sottocutanei e linfatici dei mammiferi, producendo reazioni che variano dall’infiammazione acuta alla cicatrizzazione cronica. Sotto forma di verme cardiaco, può essere fatale per i cani e altri mammiferi.
Nel corpo umano il nematode femmina dà alla luce embrioni allungati, le microfilarie, che migrano attraverso il sangue periferico e la pelle, da cui vengono presi da insetti succhiasangue. All’interno dell’insetto portatore, le microfilarie crescono in larve mobili e infettive che, al successivo pasto di sangue dell’insetto, vengono introdotte nell’ospite umano, dove raggiungono la maturità in circa un anno. Il termine filariosi è comunemente usato per designare la filariosi bancroftiana, causata da Wuchereria bancrofti, organismi ampiamente distribuiti nelle regioni tropicali e subtropicali del mondo e trasmessi all’uomo dalle zanzare, solitamente Culex fatigans. Il nematode vive principalmente nei linfonodi e nei vasi linfatici, in particolare quelli che drenano le gambe e la zona genitale, dove i vermi adulti inducono reazioni allergiche nei tessuti sensibilizzati.
Lo stadio infiammatorio iniziale è caratterizzato da lesioni granulomatose, gonfiore e compromissione della circolazione; questo stadio è seguito dall’allargamento dei linfonodi e dalla dilatazione dei canali linfatici, che, nel corso degli anni, si induriscono e si infiltrano e si intasano con elementi di tessuto fibroso, dando luogo, in alcuni dei casi non trattati, alla condizione nota come elefantiasi, che è tipicamente associata alla grossolana espansione dei tessuti di gambe e scroto. I farmaci terapeutici più efficaci sono la dietilcarbamazina e il caparsolato di sodio, che uccidono i vermi adulti e le microfilarie.
La forma di filariosi conosciuta come filariasi malayi assomiglia molto alla filariosi bancroftiana nei suoi sintomi e cambiamenti patologici; è causata da Brugia malayi, che si trova principalmente in Estremo Oriente. L’oncocercosi (cecità fluviale) è causata da Onchocerca volvulus, che viene trasmessa all’uomo da mosche del genere Simulium, che si riproducono lungo i corsi d’acqua in rapido movimento; la condizione è diffusa nel Messico meridionale e in Guatemala ed è comune in Africa centrale. Le lesioni caratteristiche sono noduli sotto la pelle, di solito nella regione della testa; l’infezione può anche invadere gli occhi, causando cecità in circa il 5% degli individui infetti. Il trattamento consiste nell’escissione chirurgica dei noduli e nella somministrazione di chemioterapici. La loiasi, prevalente in Africa occidentale e centrale, specialmente lungo il fiume Congo, è causata dalla Loa loa e trasmessa da mosche del genere Chrysops. È caratterizzata da aree transitorie di infiammazione allergica nei tessuti sotto la pelle, chiamate gonfiori calabar; i vermi adulti possono talvolta essere visibili sotto la congiuntiva (la delicata membrana che riveste le palpebre e copre la superficie esposta del bulbo oculare). La loiasi produce irritazione ma raramente danni permanenti. Il trattamento include la rimozione chirurgica dei vermi dalla congiuntiva e la terapia farmacologica. Altre forme di filariosi sono causate da Acanthocheilonema perstans e Mansonella ozzardi e nella maggior parte dei casi non sono associate a sintomi specifici. La prevenzione della filariosi si basa molto sugli insetticidi e sui repellenti per insetti.